Percepisce il cancro e cerca lavoro

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Il cancro è la seconda causa di morte nei paesi sviluppati. Quanto prima viene rilevato, tanto maggiori sono le possibilità di guarigione. E' qui che entra in gioco il naso sviluppato del cane. I cani possono percepire le molecole volatili odorose che le cellule cancerogene rilasciano già in una fase iniziale.

Daisy, il cane che fiuta il cancro ai reni

Non è solo la coda, è' tutto il corpo che si muove. Daisy è ansiosa di mettersi al lavoro. Il Labrador color miele ha una mantellina rossa con la scritta «Bio Detection Dog», ovvero un cane incaricato della rilevazione biologica. Ed e' esattamente la missione di Daisy. E' stata addestrata alla diagnosi del cancro. Accompagnata dalla proprietaria, Claire Guest, entra nella sala prove dove è stato costruito un avveniristico carosello in acciaio cromato. Intorno ad essa sono state fissate otto piccole scatole di plastica con pinze e ciascuna contiene una piccola quantità di carta assorbente impregnata con qualche goccia di urina. Questi campioni sono stati raccolti da pazienti con diverse condizioni nefrologiche o vescicali. Di questi campioni di urina, solo uno è stato prelevato da un paziente con un cancro al rene. Claire fa un cenno a Daisy, che si muove velocemente intorno al carosello, annusando le scatole quasi con disinvoltura, poi si siede senza esitazione davanti a una di loro. E' quella che contiene il campione di urina del paziente affetto da cancro al rene. Claire preme il clicker emettendo un rumore secco e metallico che, per Daisy, significa: «Hai fatto un buon lavoro!». Il cane torna dalla sua padrona, si siede pieno di speranza e riceve un biscotto come ricompensa.

Il cane ha scoperto che la proprietaria aveva un cancro al seno

La storia di Claire Guest e dei suoi cani per il rilevamento del cancro è iniziata con un'osservazione casuale. Claire racconta di come il suo cane le saltava regolarmente sul petto destro. Preoccupata, Claire andò dal medico che non riusciva a rilevare nulla tramite la palpazione, ma le fece una mammografia e diagnosticò un tumore al seno precoce, che poteva essere operato e trattato abbastanza facilmente. Affascinati dalla reazione del cane, entrambi hanno lanciato il primo studio scientifico sistematico sui cani per il rilevamento del cancro, pubblicato nel 2004. In questo studio sistematico, hanno addestrato sei cani di diverse razze con un clicker e una ricompensa fino a quando hanno imparato a rilevare, da sette campioni di urine, quelle raccolte da un paziente affetto da cancro alla vescica. I cani si sedevano davanti al campione per indicare che si trattava di un paziente oncologico. Dopo un esame approfondito, si è scoperto che non aveva il cancro alla vescica, ma il cancro ai reni. Così i cani avevano generalizzato la conoscenza di un altro tipo di cancro.

Cani da fiuto per il cancro utilizzati nella ricerca

Allo stesso tempo, ricercatori di diversi paesi hanno effettuato altre analisi. Il risultato è significativo: i cani sono in grado di rilevare il cancro al polmone e al seno da un campione di aria espirata raccolta in un tubo, il cancro alla vescica o al rene da un campione di urina, il cancro colorettale da feci diluite, e ciò, con un livello di affidabilità che va dal 70% al 99% (quest'ultimo dato è il cancro al polmone). Claire Guest parte dal presupposto che i cani sono in grado di percepire le sostanze volatili che solo le cellule tumorali rilasciano, a differenza delle cellule sane. Ogni malattia avrebbe qualcosa che assomiglierebbe ad una firma profumata e che il cane sarebbe in grado di percepire, essendo il suo olfatto un milione di volte più sensibile di quello dell'uomo.

I cani da fiuto per il cancro non sono ancora impiegati negli ospedali

Sebbene i risultati della ricerca siano promettenti, il Dr. Fido Supernaso non va oltre l'ambito degli studi scientifici che non sono ancora integrati nel contesto dello screening precoce dei tumori. I legami tra medici ed educatori canini devono ancora essere forgiati. Il professor Thorsten Walles, specialista del cancro ai polmoni dell'ospedale universitario di Wurztburg, che ha condotto egli stesso uno studio sugli annusatori del cancro, dice: «Affinché lo screening dei cani addestrati svolga un ruolo in un processo di screening affidabile per il cancro ai polmoni, essi devono essere supervisionati da professionisti addestrati che seguono un rigoroso protocollo di formazione. Allo stesso tempo, il metodo analitico deve essere basato su un approccio scientifico, trasparente, comprensibile e riproducibile. Se questi obiettivi vengono raggiunti, l'uso dei cani in un ambiente clinico è, a mio avviso, concepibile.» Walles ritiene che gli «sniffers» del cancro possono essere utilizzati quando le TAC al torace rivelano già cambiamenti sospetti che solo il naso canino può dire se sono il risultato di una situazione tumorale o meno. Forse in futuro l'espressione «soffiare nel palloncino» avrà un significato completamente diverso: vi viene chiesto di respirare profondamente nel tubo e il Dr. Fido farà la sua diagnosi.

Cani da fiuto impiegati anche per diabetici e allergici

Da parte sua, Claire Guest ha fondato nel 2007 l'organizzazione no-profit MDD, Medical Detection Dogs, che nel frattempo sta addestrando cani per la rilevazione di insetti, allergeni e diabete, per i quali c'è una domanda molto alta. Il MDD attualmente addestra 26 cani per il rilevamento del diabete. 50 diabetici sono in attesa di ricevere un cane che possa dire loro in modo affidabile quando i loro livelli di zucchero nel sangue sono pericolosamente bassi. Tuttavia, Claire continua a partecipare con Daisy, il suo cane rivelatore di cancro, a studi scientifici. Tra i colleghi «super-naso» di Daisy c'è anche un cane di un rifugio: Kasper, uno Springer Spaniel che attualmente annusa campioni di urine per il cancro alla prostata. Resta da vedere se e, in caso affermativo, quando cani diagnostici come Daisy e Kasper saranno coinvolti nella pratica, al di là della sola ricerca. L'operazione «Cancer Sniffer Dog» è ancora agli inizi.


www.medicaldetectiondogs.co.uk

Rapporto di Eva Waiblinger, responsabile del dipartimento degli animali da compagnia della PSA, Protezione Svizzera degli Animali.

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